CineTour

Qui nella Tuscia non è raro imbattersi in troupe cinematografiche e spesso capita addirittura di ritrovarsi nel bel mezzo di un set (al Palazzo Farnese di Caprarola non immaginate quante volte mi è successo). Ricordo ancora quando, ai tempi dell'università, molti dei miei amici e colleghi racimolavano qualche soldo facendo le comparse in fiction, film e serie televisive girate a Viterbo e nei posti più suggestivi della provincia. 
Sarà per la vicinanza con con Cinecittà, per i borghi che mantengono intatto il loro aspetto antico e che ben si prestano ad ambientazioni storiche, per la tranquillità dei luoghi e per l'ospitalità della gente... fatto sta che qui il cinema si sente proprio a casa! E non è un caso. Pare infatti che il padre della Settima Musa fosse di Orte: si chiamava Filoteo Alberini e l'11 novembre 1895 depositò presso la Prefettura di Firenze il brevetto del "Kinetografo", un apparecchio per la ripresa, la stampa e proiezione di pellicola. Peccato che i Fratelli Lumière l'avessero battuto sul tempo di qualche mese e il prototipo di Alberini non entrò mai neppure in produzione. Ad ogni modo, il nostro conterraneo contribuì allo sviluppo del cinema con altre invenzioni e attività, tra cui la direzione di una pellicola chiamata La presa di Roma, sulla breccia di Porta Pia.

Il Palazzo dei Papi in Othello di Orson Welles con l'effetto speciale del mare dietro la loggia
Quindi la Tuscia può essere decisamente considerata il Paese dei Balocchi per i cinefili: come non ricordare l'Otello di Orson Welles girato tra il capoluogo e Tuscania Il vigile con un esilarante Alberto Sordi in uno dei suoi personaggi più riusciti.  Ne I vitelloniFellini trasformò Viterbo in Rimini e l'anno dopo scelse Bagnoregio per alcune scene de La strada. Anche Mario Monicelli si innamorò della Tuscia e indimenticabile è la sua Armata Brancaleone che porta a Viterbo, Nepi, VitorchianoCivita di BagnoregioTuscaniaCivita Castellana e Falerii Novi le sue mirabolanti avventure. 
Il vigile con Alberto Sordi nell'indimenticabile scena dell'ingorgo
L'Armata Brancaleone giunge a Vitorchiano
I vitelloni in Piazza delle Erbe a Viterbo

Pasolini scelse come rifugio intellettuale una torre medievale nelle campagne di Chia, vicino Bomazo, e qui i paesaggi diventano location per Il vangelo secondo Matteo Medea; a Tuscania gira invece la celebre sequenza con Totò e Ninetto Davoli con le architetture della chiesa di San Pietro e del Palazzo del Rivellino sullo sfondo.
Totò e Ninetto Davoli a Tuscania in Uccellacci e uccellini

Accanto ai capolavori ci sono anche quelle pellicole che, con meno pretese, rimangono ancora nei nostri ricordi con le loro battute-tormentoni e scene memorabili: Attila flagello di Dio Vulci e a Ferento con Renaulto nel teatro, Tre uomini e una gamba con Aldo, Giovanni e Giacomo nella scena del laghetto del Pellicone (location anche per Non ci resta che piangere);  La sindome di Stendhal di Dario Argento trasforma il medievale quartiere di San Pellegrino a Viterbo nella scena di misteriosi delitti.
Aldo e Giovanni nel Laghetto del Pellicone in Tre uomini e una gamba

E infine, ma non per importanza, è d'obbligo citare le fiction e le serie tv che hanno reso la Tuscia riconoscibile agli spettatori italiani e stranieri: prima fra tutte, Il maresciallo Rocca di Giorgio Capitani con il grande Gigi Proietti. Devo essere sincera, quando si arriva in piazza S. Lorenzo, dopo lo stupore alla vista del Palazzo dei Papi, la domanda più frequente è "ma è qui che hanno girato Il Maresciallo Rocca, vero?". Sì, solo che la caserma dei carabinieri è, in realtà, il seminario interdiocesano. Più recente è la serie I Borgiadi cui la seconda e terza stagione sono state girate tra gli stupendi giardini e le stanze di Palazzo Farnese a Caprarola, la chiesa di Santa Maria in Castello a Tarquinia, la cripta di San Pietro a Tuscania, l'anfiteatro di Sutri.
Gigi Proietti in Il Maresciallo Rocca

Ho citato solo alcuni, pochissimi, titoli di produzioni più o meno grandi che dai primi del Novecento del secolo scorso hanno avuto la Tuscia come splendida scenografia. E lo ammetto, quando capita di incappare in qualche film di cui riconosco luoghi e particolari, fa sempre un certo effetto e devo per forza guardarli fino alla fine (sì, anche le pellicole più scadenti) per sentire quell'intimo sentimento di orgoglio che mi fa dire "è mio". 
In questi "miei" posti vorrei condurvi, a discutere di cinema, attori e registi. Rivivremo scene, ricorderemo battute... celebreremo la"Settima Musa" che nella Tuscia ha una delle sue dimore più belle.

I "tour del cinema" prevedono come tappe fisse Viterbo, TuscaniaCivita di Bagnoregio e il Palazzo Farnese di Caprarola, ma possono essere anche studiati su misura per appassionati cinefili che abbiano richieste particolari.



Consigliata la lettura di La Tuscia nel cinema di Franco Grattarola (MeltingPot Edizioni, 2008): una trattazione puntuale ed esaustiva della storia cinematografica del nostro territorio, con l'elenco di tutte le opere realizzate dai primi del Novecento fino al 2008.

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