Le terme libere di Viterbo
Oggi ci concediamo una pausa relax…si va alle terme!
A pochi km dal centro di Viterbo, infatti, si trovano diverse aree
in cui sgorgano acque termali sfruttate sin dall’epoca etrusca per le
loro proprietà benefiche. I Romani vi costruirono grandiose terme (considerate
rivali di quelle di Baia) ubicate lungo la via Cassia, strada
consolare che collegava Roma con l’Etruria settentrionale attraversando il
territorio viterbese: ancora oggi ne possiamo ammirare le vestigia. Abbandonate
durante le invasioni barbariche, verso la metà del secolo XI tornarono ad
essere frequentate. Nel XIII secolo se ne servì Gregorio IX ed
il Comune di Viterbo acquistò i terreni circostanti, detti Piano dei
bagni. Frequentatori delle terme furono, fra gli altri, anche Bonifacio
IX e Nicolò V - che vi fece innalzare il Palazzo
del Papa (1450) – Pio II ed il card.
Bessarione. Nel 1527 subirono le devastazioni del lanzichenecchi e
l’alluvione del 1706 le rovinarono ulteriormente.
Il Bullicame (o Bulicame), che si presenta come un piccolo cratere quasi circolare di 6-8 m di diametro nel quale sgorga acqua a più di 60°C, è famoso perché ricordato da Dante nella Divina Commedia (Inf., XIV, 79 – 81): per il valore storico – culturale dell’area e per evitarne il degrado, il Comune e l’Università della Tuscia hanno istituito nella zona un Orto Botanico ed il Parco del Bulicame.
In alcune di queste aree (come le Terme del Bacucco) sopravvivono ancora le testimonianze delle antiche strutture termali romane, con resti di maestosi edifici carichi di suggestione.
Se ho solleticato la vostra curiosità e volete qualche informazione in più, vi rimando al sito www.termediviterbo.it
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