Il Palazzo dei Priori

Quello che oggi si chiama Palazzo dei Priori, in realtà, fu inizialmente concepito, negli ultimi decenni del XV secolo, per ospitare la residenza del Governatore del Patrimonio di San Pietro in Tuscia, in un momento in cui l’ingerenza del potere centrale di Roma sulla città di Viterbo si era fatta particolarmente pesante e solo nel 1510 divenne la sede dei Priori.
A partire dal 1460, in quello che era il centro della vita politico-amministrativa della città medievale, sorse, su volontà di Papa Callisto III Borgia, il Palazzo del Governatore, che andava a chiudere verso ovest l’invaso della piazza verso la valle di Faul, laddove era già presente un porticato che fin dalla metà del XIII secolo aveva costituito il cuore pulsante della città. Posto al centro dei simboli medievali delle magistrature cittadine (il più antico Palazzo dei Priori e quello del Podestà), viene progettato da Bernardo Rossellino, architetto attivo per Pio II a Pienza, che lo immagina come lungo edificio a nove arcate a tutto tondo, probabilmente ad un piano solo. “Foro” di Viterbo, la Piazza del Comune viene aggiornata alla concezione dichiaratamente rinascimentale che Leon battista Alberti ne aveva fornito (Madonna M. L. 1983).
La storia dell’edificio si svolse, tuttavia, sotto la tutela della famiglia Della Rovere, dapprima con Sisto IV e successivamente con Giulio II. Francesco Della Rovere, nominato nuovo Governatore, intimò ai Priori di cedergli il loro Palazzo (l’attuale Prefettura) e di trasferirsi in quello ancora in costruzione: da sistemazione provvisoria il nuovo palazzo divenne così la sede stabile dei Priori.

Palazzo dei Priori - esterno


Stemma dei Della Rovere
La facciata, marcatamente orizzontale, è scandita su tre livelli e ricorda soluzioni stilistiche quattrocentesche; al centro di essa campeggia lo stemma dei Della Rovere, che compare anche alla sommità della cornice bugnata dell'ingresso principale; il nome di Sisto IV, in capitale epigrafica, caratterizza inoltre l'architrave delle finestre a croce guelfa, che illuminano il primo piano, e quello delle porte dei saloni interni. Le colonne del porticato si rifanno a tipologie arcaizzanti del Medioevo cittadino (vedi Palazzo degli Alessandri) e la sua datazione è tuttora dibattuta.
Il cortile interno, ch si affaccia su Valle Faul, fu iniziato intorno alla fine del Cinquecento e terminato nel 1632, come testimoniato dall’epigrafe del colonnato inferiore: qui si possono ammirare numerosi sarcofagi etruschi, iscrizioni lapidee e stemmi delle varie famiglie nobiliari e dei pontefici, nonché una pregevole fontana seicentesca realizzata su progetto di Filippo Caparozzi.
Palazzo dei Priori - Cortile interno

L'articolata decorazione pittorica delle stanze al piano nobile si compì tra la fine del Cinquecento e la fine del Settecento, partendo dalla Sala Regia, e fu realizzata da pittori diversi per estrazione culturale, gusto e capacità tecnica.
Avendo accesso dal cortile, il primo ambiente accessibile ai visitatori è la Sala della Madonna, dedicata all’esaltazione del Santuario di Santa Maria della Quercia, sorto nel XV secolo sotto l’egida dei Della Rovere: qui sono rappresentati gli episodi più salienti della nascita del culto mariano, tra i principali della Tuscia

Sala della Madonna
Di seguito si accede alla bellissima Sala Regia, che custodisce il ciclo più importante e più complesso dell’edificio: a realizzarlo fu Baldassarre Croce, tra il 1588 ed il 1592, rifacendosi alle Antiquitates dello storico (poco attendibile, in realtà!) Annio da Viterbo. All’interno di un finto colonnato, sono rappresentati personaggi legati alla storia reale e mitologica della città, dalle origini – con la fondazione attribuita a Noè – fino al Cinquecento, in accordo con quelli realizzati nell’attigua Sala del Consiglio. Da ricordare anche le raffigurazioni cartografiche analoghe a quelle della Galleria delle Carte nei Palazzi Vaticani e a quelle di Palazzo Farnese a Caprarola.
Sala Regia (foto: Ufficio Stampa Comunale)

Alla componente fiorentina e romana ravvisabile negli affreschi, si riscontra anche un’apertura alla cultura veneta, in particolare al Veronese (le figure che si affacciano dalle finte porte della sala). 

Sala Regia - particolare
Sala Regia - particolare
Degni di nota sono gli affreschi del soffitto, dove campeggiano i trentatré castelli che furono sotto il dominio di Viterbo, dislocati in sedici pittoreschi riquadri, realizzati da Ludovico Nucci e Tarquinio Ligustri alla fine del Cinquecento.
Sala Regia - particolare del soffitto
La Sala del Consiglio mostra una decorazione realizzata da Teodoro Siciliano nel 1599 e rappresenta i presunti fondatori della città: mitici (Noè ed i suoi discendenti) e storicamente esistiti come Desiderio, Pipino il Breve, Carlo Magno ed Annio da Viterbo; sulle teorie di quest’ultimo si determinò la volontà dei committenti di sostituire il mito di Noè come fondatore della città a quello di Ercole.
Sala del Consiglio

Sala del Consiglio - Ercole
A seguire, la Sala dei Paesaggi, restaurata nel XVII secolo ed infine la Sala dell’Aurora.


Sala dei Paesaggi
Interdetta ai visitatori è, infine, la Cappella Palatina, posta di fronte all’entrata della Sala della Madonna: fu realizzata da Filippo Caparozzi e Matteo Ganassini e decorata con affreschi riguardanti la Vegine. In essa è custodita la bellissima pala d’altare di Barolomeo Cavarozzi, la Visitazione della Vergine (1622).





Le foto pubblicate sono state realizzate previa autorizzazione dell'Ufficio Stampa del Comune di Viterbo. Un sentito ringraziamento al Capo Ufficio Stampa, Alessandra Corsi. Sempre con me il  dolce ricordo di quella mattina... della sua disponibilità, del suo sorriso. Grazie.

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