La Cattedrale di San Lorenzo

Proseguiamo oggi il nostro tour per la città di Viterbo con la “visita” alla Cattedrale di S. Lorenzo, la testimonianza architettonica più complessa della città. Come già detto, l’edificio si erge sul Colle che da esso prende il nome e le fonti storiche ci indicano che in questo luogo, già in epoca altomedievale, sorgesse una chiesa, che fu demolita per far posto alla realizzazione di un grandioso progetto legato all’elevazione di Viterbo a sede vescovile avvenuta nel 1192 sotto il pontificato di Celestino III a danno di Toscanella (Tuscania). Tra l’ultimo decennio del XII e il primo del XIII, la Cattedrale poteva dirsi realizzata. L’aspetto attuale, tuttavia, è frutto di diversi interventi di modifica e ricostruzione che si sono succeduti nel tempo. Nel 1367-69 fu rifatto il tetto e fu innalzata una nuova torre campanaria, che però fu colpita da un fulmine nel 1900 e completamente restaurata solo nel 1987: di forma quadrangolare e coronata da una cuspide piramidale a base ottagonale, è scandita da quattro livelli di bifore ed il suo parato bicromo di influenza toscana si stacca vivacemente dall’uniforme tonalità grigia del peperino col quale sono realizzati tutti gli altri monumenti. Nella seconda metà del XV secolo si provvide alla completa ristrutturazione del tetto e venne progettata l’intera ricostruzione dell’edificio che comportò, tra l’altro, la distruzione della schola cantorum medievale. Ma è nel XVI secolo che forse si ebbero i maggiori stravolgimenti: il cardinal De Gambara fece demolire l’abside maggiore romanica e fece ricostruire integralmente la facciata in forme accademicamente rinascimentali. Uno dei rosoni romanici è tuttora visibile nella parte destra del prospetto, in corrispondenza della parete occidentale della cappella della Madonna. Sempre nel Cinquecento vengono aperte dieci cappelle laterali (di cui ora solo due sono visibili).
Ma è con i restauri seguiti al bombardamento del 1944 (che colpì, non solo la cattedrale, ma anche altre importantissime chiese della città) che il Duomo acquisì l’aspetto attuale, il quale altro non è che un tentativo di  ritorno alle forme romaniche, con la ricostruzione dell’abside maggiore (che va a “nascondere” quelle barocco, accessibile oggi solo su visita guidata) ed il ripristino “filologico” di alcuni elementi originari. L’aspetto più rilevante è costituito dalla serie di capitelli, i quali, fondendo insieme ispirazioni classiciste e romaniche, riflettono altresì caratteristiche dovute all’intervento di artisti diversi. Dell’originale pavimento cosmatesco rimane soltanto una parte, così come rimangono solo lacerti delle decorazioni pittoriche medievali.
Interno
Pavimento cosmatesco
Tra le varie opere presenti nella Cattedrale, ricordiamo le tele supersiti del ciclo pittorico realizzato da Marco Benefial, quelle di Giovan Francesco Romanelli e il Salvator Mundi tra santi  attribuita a Girolamo da Cremona. Degna di nota è la bellissima icona della Madonna della Carbonara, datata tra il XII e il XIII secolo, il cui originale è conservato nell’adiacente Museo del Colle del Duomo.

"Salvatori Mundi", Gerolamo da Cremona
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Madonna della Carbonara

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