Sutri: il Parco archeologico e naturalistico
Questo sole che sembra voler preannunciare la
primavera mi fa venire voglia di una bella camminata all’aria aperta… che ne
dite di fare un salto al Parco Naturale
Regionale dell’antichissima città di Sutri? Come per Vulci, anche qui abbiamo un’area archeologica all’interno di un bel
contesto naturalistico e la passeggiata si rivela subito una piacevole
scoperta. Sebbene il parco, infatti, sia il più piccolo della Regione Lazio,
esso è anche uno tra i più interessanti: ubicato lungo il tracciato della via Cassia (che corrisponde all’incirca
a quello della Francigena), si
estende nelle immediate vicinanze del borgo di Sutri ed è dominato dalla
settecentesca Villa Savorelli. Uno
scrigno che racchiude preziosi gioielli antichi: un mitreo trasformato in chiesa, un anfiteatro e tombe rupestri
scavate nel caratteristico tufo locale.
Il mitreo diventato chiesa della Madonna del Parto (foto: Giorgio Clementi © All rights reserved) |
Partiamo proprio da quest’affascinante necropoli lungo la via Cassia, uno
degli esempi più consistenti di tombe rupestri di età romana nell'ambito del territorio
etrusco-falisco: oggi possiamo ammirare circa una sessantina di sepolture di
varie tipologie e strutture (a camera, a doppia camera, con arcosolii, con
nicchie per urne cinerarie, con ingresso ad arco, ecc.), che furono utilizzate
dal I secolo a. C. fino al III/IV d. C., ma modificate e saccheggiate nel corso
dei secoli.
Proseguiamo sul sentiero verso uno dei monumenti più
belli della Tuscia: l’anfiteatro.
Venne scoperto solo nell’Ottocento dalla famiglia Savorelli, che fece scavare
la grande area ellittica fino ad allora riempita di terra che aveva protetto
per secoli la struttura ricavata dalla collina tufacea. Per molto tempo
ritenuto erroneamente di epoca etrusca, possiamo datarlo con più probabilità all’epoca augustea. Malgrado le sue
modeste dimensioni (l’asse maggiore è di 49 m, quello minore di 40 e poteva
contenere circa 9000 spettatori), si presenta come un monumento estremamente
interessante che ci permette di delineare meglio la fisionomia di questi
edifici dell’età antica: sono ancora ben visibili i gradini della cavea, le
gallerie di accesso all’arena e i vomitoria
(corridoi d’accesso ai gradini-sedili); conserva ancora parzialmente alcune
strutture decorative nel coronamento finale… insomma, anche a Sutri panem et circenses erano assicurati!
L'emiciclo dell'anfiteatro visto dal giardino di Villa Savorelli |
Poco più oltre, continuando a costeggiare tombe
rupestri, arriviamo ad un altro monumento di eccezionale bellezza: la chiesa della Madonna del Parto. Essa è ricavata da un ipogeo del
IV-V secolo scavato nel tufo, molto probabilmente un mitreo trasformato in un luogo di culto cristiano, riadattato
quindi a chiesa in età medievale. Un luogo pieno di suggestione che ospita un
interessante ciclo di affreschi di XIV e XV secolo, alcuni dei quali incentrati
sul culto di S. Michele al Gargano,
importato i questa zona attraverso la dominazione longobarda. La chiesa è così
interessante che dovrò dedicarle un articolo a parte…
Infine vi
è la piccola Cappella di S. Maria del
Tempio (cioè appartenuta all’ordine dei Templari) o dei Cavalieri di Malta, poiché nel XIV
secolo, quando l’ordine templare venne soppresso, passò in mano all’Ordine di
San Giovanni di Gerusalemme, per cui essa è conosciuta anche col nome di chiesa di San Giovanni. Oggi
adibita a centro di accoglienza e di servizi, è un edificio risalente alla metà del XIII
secolo e conserva ben poco dell’antico aspetto medievale.
Da qui
imbocchiamo la stradina che conduce fino al Parco di Villa Savorelli, da cui si domina tutto l’incantevole paesaggio
circostante e soprattutto si ha una vista privilegiata sull’emiciclo dell’anfiteatro…
Veduta dal giardino di Villa Savorelli |
Commenti
Posta un commento